(Darkness Shall Rise) Peculiare il suonare dei Gorleben che presenta un doom metal di base con ampi frangenti atmospheric e spunti death metal, il tutto con qualche trovata avant-garde. Al secondo album, la band che prende il nome da una cittadina dell’ex Germania Est nella quale è sito un centro di smaltimento per rifiuti radioattivi, si presenta con un sound leggermente ruvido, dai toni opachi a supporto di un suonare che spazia però tra momenti ispirati, di grande atmosfera o melodicamente intensi. Alle cadenze tipicamente doom con sfumature malinconiche, può seguire il death metal, rievocando infine sonorità degli anni ’90. La formazione prevede due chitarristi e anche alle voci, delle quali c’è una donna, nonché un tastierista che immette il suo tocco in più momenti e anche quando la band spinge. “Menetekel” consta di quattro composizioni, due delle quali insieme arrivano quasi a venticinque minuti totali, le altre due sono ciascuna di poco oltre i nove minuti, tuttavia sia nel primo che nel secondo caso, nell’arco dei pezzi i Gorleben mostrano si una capacità di arrangiamento, con qualità non sempre precisa, soprattutto però la voglia di ricerca e e andare fuori dagli schemi canonici.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10




