(Nuclear Blast Records) Sono passati già dieci anni dalla tragica morte di Steve Lee. Un tributo in questa ricorrenza appare dunque simbolico, specialmente quando una strana casualità ha fatto emergere dagli archivi della band delle preziose registrazioni della voce di Steve! C’è molta magia, molta suggestione nel sentire ancora una volta la voce del vocalist in chiave inedita, con la sua band impegnata a creare quel contorno musicale perfetto per quella voce mitica ed indimenticabile. La pubblicazione contiene quattordici brani dei Gotthard pieni di energia espressa in chiave acustica, regalando quel senso di malinconia, di mestizia… ma anche di pace. Le rivisitazioni acustiche sono brani che coprono un po’ tutta la discografia dei Gotthard con Steve: ci sono pezzi da “G.” (“One Life One Soul”, “Let It Be” e “In The Name”) e da “Homerun” (“Lonely People” e “Heaven”). Una superlativa e meravigliosa versione ‘unplugged’ di “Need To Believe”. C’è “Hush” (cover di Joe South, anche famosa nella versione dei Deep Purple). Ci sono brani da “Lipservice” e “Human Zoo”, c’è “The Train” un brano inedito che comparve sul live “Homegrown – Alive in Lugano”, uscito dopo a morte del vocalist e rappresentante una delle sue ultime esibizioni. C’è poi un altro inedito intitolato “Tarot Woman“ oltre che la ‘title track’, ovvero l’emozionante doppia versione (acustica ed elettrica) dell’hit dei Survivor, la famosa “Eye Of The Tiger”. Questo brano era particolarmente amato da Steve ed i ragazzi della band sono stati grandiosi nel prelevare questa singola registrazione vocale per accompagnarla con le due versioni del brano: la versione acustica è intensa, suonata divinamente, ricca di dettagli ed assolutamente provocante… mentre la versione elettrica riesce a far suonare decisamente Gotthard quel classico brano classico della storia del rock. Un album che fa immaginare, sognare, ricordare. Un album che suggerisce tristezza ma che porta ad un sorriso, ad uno stato mentale di accettazione costituito da bellissimi ricordi. È il sorriso dell’addio, il sorriso verso un amico che parte per il suo lungo viaggio. Il definitivo addio che la band doveva esprimere. Perché Steve se ne è andato dieci anni fa, ma è questo il vero saluto. È questo il meritato addio, perché Steve ha lasciato la terra, ma ora lascia anche la nostra dimensione per consacrarsi definitivamente nell’olimpo dei grandi del rock, dove ora siede con la beatitudine dell’immortalità artistica.

(Luca Zakk) Voto: 9/10