(Napalm Records) Essendo il quarantesimo anno di attività e il ventesimo album per i Grave Digger, viene da pensare che per band e musicisti a certi livelli e arriva il giorno nel quale c’è un copione da tenere, da recitare e portare avanti. Dunque la saga scozzese che tanto ha portato fortuna ai teutonici in quanto amata dai loro fans, è conseguentemente in gioco in “Fields of Blood”. Lo è con tutti i cliché tipici, con tutte le aspettative e non da meno le banalità del caso. In fatto di banalità si intendono situazioni come “Lions of the Sea”, canzone che dal vivo e forse ovunque sarà per i più memorabile con quel suo ritornello e coro, eppure non è superiore o diversa da tante canzoni con coro epico, solenne, bellicoso, già uditi e soprattutto studiati a tavolino dalla band in quarant’anni. Posto che i Grave Digger sanno fare bene le cose e lo prova la loro reputazione, tuttavia dopo quarant’anni si può cascare in azioni scontate. È questo il tributo da pagare a sé stessi, alla propria reputazione, alla tradizione… al copione! Il copione per questo nuovo album, pone anche l’esistenza di pezzi in cui il momento del ritornello e del coro sono i più attesi. In questi casi c’è da capire quanto i pezzi giustifichino sé stessi in funzione di quei momenti. Si prenda come esempio “Union of the Crown”. La band è spontanea e meno banale con brani tipo “Freedom”, forse con la title track oppure la spartana “My Final Fight”. Mentre “All for the Kingdom” diverrà il nuovo classico da suonare sempre e comunque, anche per il suo degno assolo. In “Fields of Blood” si tocca un momento epico, saturo di pathos e dannatamente strappalacrime con “Thousand Tears”, dove partecipa anche Noora Louhimo (Battlebeast). Ogni riflessione personalistica o meno, non contrasta però con quanto i Grave Digger sappiano creare musica avvincente per l’ascoltatore, anche con canzoni prive di spiccati argomenti. I sostanza i fans con “Fields of Blood” avranno ciò che vogliono, il genere incassa qualche nuova perla pur senza novità di sorta. Il tutto per una reputazione che continua nel culto dei suoi fasti. Pochi giorni fa nelle pagine Facebook dei Grave Digger si annunciavano i pre ordini del grazioso cofanetto in legno di “Field of Blood”, ovviamente in versione limitata; dopo meno di dodici ore il wooden box è andato esaurito. Scommettiamo che anche questo album sarà un successo?

(Alberto Vitale) Voto: 8/10