copGRAVEYHARD(autoproduzione) Non sono sicuro. Mi piace questo disco? O mi piace molto per davvero? So solo mi sto accorgendo che crea una strana, assurda, disumana dipendenza. Non so ben che genere sia, anche se siamo in palese territorio sludge/doom, ma ci sono momenti durante l’ascolto che -per assurdo- mi ricordano i primi Obituary! Si! Propio uno sludge talmente fumoso, offuscato, cupo e pesante da risultare quasi death metal. La voce nicotinica del vocalist poi, non allontana certamente da queste impostazioni pesanti e prive di pietà. A volte, con timidezza, emerge della melodia… una chitarra vagamente più squillante, subito annientata da ritmiche prive di luce, prive di ottimismo. E’ tutto questo che rende “Cave Core” un disco molto attraente… a cominciare dal -parere personale- fantastico e geniale titolo! Il trio si presenta in maniera inusuale, tanto che nel curato booklet ogni membro della band compare con foto, nome, nickname, strumento… e cosa gli piace ascoltare!!! Pane tolto dalla bocca di chi fa le interviste… “cosa ascoltate? -cazzo, leggiti il booklet!”. Assolutamente fantastico, anche perché questa informazione rivela immediatamente le ispirazioni e le direzioni musicali scelte (ovvero: BLS, Pantera, Crowbar, Anthrax, Tool, ecc). Oltre ad una cover dei Crowbar ed un outro, il disco offre otto pezzi molto ben concepiti e suonati. “Wrong War” è una condanna: priva di ogni barlume di felicità o luce è la traccia che mi ha fatto pensare immediatamente agli Obituary per l’impostazione che rilega in un ambiente tetro e dove risulta piacevolmente confusa ogni singola variazione di tono all’interno del riff. “Left Me Alone” intensifica questo concetto, rendendolo più lento e pesante… quasi il pezzo che porta a pensare al titolo del disco! Più travolgente “After The Storm”, mentre basso e batteria su “Tied Before” hanno una marcia in più. E’ proprio il drumming contenuto in queste canzoni che attira l’attenzione: diretto e lineare, pesante e preciso… ma capace di trasmettere delle sensazioni che si materializzano nei dettagli, nelle quasi impercepibili varianti. Altra botta di mancanza di desiderio vitale con la graffiante “The Caveman” mentre “Drowned By Pain” aggiunge un bellissimo livello di sporcizia sonora. Crudele il mixaggio di “In The Mirror” mentre emerge una quasi romantica melodia da “I Loved You”, un prezzo che si trascina dietro dei resti senza vita di un grunge massacrato dal marchio di fabbrica dei Graveyhard. Un full length molto valido, che svela le potenzialità di questa banda emersa dalla nebbia e giovanissima (si sono formati solo tre anni fa). Se siete persi, non sapete dove andare, chi o cosa invocare… “Cave Core” non è certamente la soluzione milgiore. Oppure è proprio la soluzione perfetta: l’ultima. Meravigliosamente ultima.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10