(Svart Records) Band inglese che emerge dall’underground dopo essersi fatta notare con il debutto auto prodotto e un singolo, tanto da attirare l’attenzione dell’eclettica etichetta finlandese. Doom. Rock. Suoni vintage. I Green Lung non abbracciano in maniera esclusiva alcun genere tra questi, spaziano, mescolano e regalano musica potente, coinvolgente, ad ampio spettro, prendendo la direzione di un folk/horror rock, facendosi ispirare da una versione più rock del sound dei Black Sabbath. Dopo l’inquietante intro “The Harrowing”, “Old Gods Final” porta dentro una galassia doom vecchia scuola, con picchi stoner dal gusto ossessivo ed ipnotico, anche se le linee vocali vanno oltre, vagano lontano e arricchiscono notevolmente il brano. Deliziosamente pesante oltre che molto melodica “Leaders Of The Blind”, mentre appaiono degli organi dal sapore antico sull’ottima “Reapers Scythe”, un sapore che avvolge in modo mistico tutto il brano. “Graveyard Sun” è una seducente goth ballad coronata da un refrain veramente ben riuscito, mentre la title track strumentale evidenzia le abilità della band, grazie ad un poderoso intreccio tra chitarre, organi e riff doomy. Trionfo della decadenza con la tuonante “Upon The Altar”, brano con chitarre pungenti e, nuovamente, tastiere capaci di innalzare di molto l’atmosfera. Scatenata e travolgente “You Bear The Mark”, pezzo che fonde heavy metal, doom e hard settantiano, più cattiva e tetra “Doomsayer”, prima della conclusiva “Born To A Dying World”, un brano a cavallo tra la dark ballad, ricca di malinconia, di delicatezza… e uno stoner grintoso e graffiante. Subdolamente perversi, intelligentemente maligni, decisamente provocanti. Luminosi dentro la loro aura tetra. “Black Harvest” gode di melodie intense contrastate da riff macilenti nei quali basso e batteria materializzano un suono caldo dal gusto vintage. I Green Lung crescono e il sangue usato per firmare questo patto con la Svart Records apre loro la strada per diffondere meritatamente ed in maniera appropriata questa perla di rock occulto.

(Luca Zakk) Voto: 8/10