(Brutal Records) Perm è una città nel cuore della Russia. Si torva più a occidente che oriente, ma a nord del Kazakisthan e dunque nel vero interno dell’Asia russa. Proprio da questo luogo remoto arriva “Downtown Dream, il nuovo album dei Grenouer che erano assenti da ben sei anni sul mercato discografico. Questo decimo full length sembra essere un raccogliere le idee, influenze e modi di essere musicali della band. Un misto tra uno pseudo-prog, modern e groove metal e il metalcore. Una bussola chiara nei movimenti musicali di “Downtown Dream” non esiste e ciò che risalta immediatamente nell’approccio ai pezzi sono le atmosfere, a volte espressive, intense, in altre dimesse e opache. Soprattutto si percepisce il ritmo che viene esaltato sia dal lavoro della batteria che dal riffing cadenzato. Il cantato è una voce ispirata, pulita, decisa, senza però inflessioni evocative. Per tanto su un lavoro dove ritmo e impatto prendono i posti di comando, viene difficile pensare a qualche canzone che sia accattivante o con linee peculiari nella sua forma. In poco oltre mezz’ora sono infatti le contorsioni ritmiche e di struttura a catturare l’attenzione e non il valore stesso di ogni singola canzone. In qualche progressione delle chitarre si percepisce il primordiale death metal abbracciato dai russi e ormai scomparso. Semmai è presente solo in queste assonanze crescenti delle chitarre che emulano però più un melodic metal che altro. La band russa infine crea una trama di metalcore, prog, groove metal che non fornisce spunti di grandi rilievo.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10




