copgrimfuneral(Avant Garde Music) Legato ad una radice di suicidal black metal questo progetto condotto dallo spagnolo Ur Profanum, unico membro dei Grim Funeral, propone la ridefinizione del concetto di angoscia. Un’ora e venti minuti di viaggio psicologico negli inferi più nefasti, dove la brutalità sia sonora che vocale è spinta a livelli estremi, ai confini con la dissonanza, dove il principale desidero è creare musica per pochi osceni cultori. Ma nonostante questo estremismo, questa violenza costantemente trasmessa dai suoni, c’è sotto una componente melodica impressionante, anche se costantemente offuscata da nuvole di fumi velenosi provenienti dalle fiamme dell’inferno. È la stessa cartella stampa a definire lo strano stile alla chitarra dell’artista: un violinista classico che suona black metal. Ed è forse questa le definizione che riesce a rendere l’idea, o per meglio dire, ad incuriosire i cultori di questi generi estremi, concepiti per esprimere oscure emozioni piuttosto che per fare dei numeri vendendo copie dell’album. E’ esemplare “Crypt Reign”, che riesce a far percepire proprio delle variazioni classiche che risultano attraenti e sconvolgenti considerato il contesto. Album composto da solo cinque pezzi, ciascuno (tranne l’ultimo) caratterizzato da durate al limite del dolore fisico: dai quindici minuti del pezzo citato, fino agli oltre venticinque di “Human Funeral Throne”, un pezzo mastodontico che riesce a destabilizzare la psiche dell’ascoltatore. L’ultima traccia, quella che supera appena i quattro minuti, è proprio la title track dell’album e rappresenta un concetto diabolico di strumentale, pieno di chitarre devastate, samples di urla e echi maligni, rumori ed una funerea campana che viene da lontano. E’ proprio questo pezzo che offre una maggior visione melodica, quasi che l’artista sia in realtà un virtuoso, un neo classico che improvvisamente ha deciso, o forse è stato costretto, a vendere l’anima ai demoni.  “Abdication Under Funeral Dirge” va oltre la musica. Non è un album da ascoltare. Non è un’esperienza musicale da vivere. Nella dimensione dalla quale proviene non ci sono concetti come musica, ascolto o vita. Questa è la rappresentazione sonora della definizione di morte.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10