(Signal Rex) È lacerante il debutto di questo duo internazionale: un debutto che Signal Rex programma con deliziosa crudeltà in corrispondenza di quel ‘periodo di felicità e amore’ altresì noto come Natale. Ma dentro “Anthems of Mournful Despondency” non c’è traccia di felicità, non c’è amore, non c’è nemmeno vita o speranza della stessa! La musica del cileno Lord Valtgryftåke (Ründgard, Pyreficativm, Gryftigæn, 13th Temple, Mánþiel, ecc.) affiancata alle urla strazianti -ma poetiche- dell’ecuadoriano Wampyric Strigoi (Wampyric Rites, Dungeon Steel, Aurae Lunae, Winterstorm, ecc.) scatena un vento glaciale, siderale, sulfureo, un vento che porta ad una lacerante disperazione, una malinconia ipnotica, un’ossessione sonora tanto crudele quanto brillante di infernale luce propria. “Anthems of Mournful Despondency”, ovvero ‘Inni di triste sconforto’: titolo perfetto per queste sei corpose trecce che vogliono portare il dolore al livello successivo, oltre la mera percezione sofferente dello stesso, verso una celebrazione, una trasformazione in processo rituale che distacca dalla miseria terrena conducendo verso una intelligenza superiore, una più ampia percezione spirituale e cosmica, fino alla sua consacrazione in un surreale ma percepibile tempio. Brani come “Seelenangst” regalano un favoloso lo-fi per intenditori; il dolore e lo strazio che emerge da “Wehmut” vanta una interpretazione maestosa, mentre la lunghissima “Nachsinnen” regala un black metal tanto micidiale quanto provocante, avvolgente, maledettamente catchy… quasi sexy. Il DSBM che trafigge “Nachgiebigkeit” ha un sentore liturgico, mentre la conclusiva “Schmerzan” conduce fin nel profondo, dentro l’abisso dell’umana disperazione, dell’umana sofferenza, ovvero un punto di partenza per pochi eletti verso quella nuova rinascita, quella nuova dimensione, quella nuova ed incredibile percezione superiore.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10