(Massacre Records) Giungono all’undicesimo album gli svizzeri Gurd, band che pur non avendo raggiunto altissimi picchi di popolarità, porta avanti con fierezza il proprio thrash/groove metal dal lontano 1995. Una coerenza che merita tutto il mio rispetto, eppure considero ogni release della formazione elvetica come un’occasione persa. Il successo è infatti sempre dietro l’angolo, eppure manca sempre quel qualcosa in più, quella voglia di osare che potrebbe spalancare alla band le porte del grande pubblico, nonostante i brani siano aggressivi, potenti e ricchi di quel groove che ha fatto la fortuna di acts come Pantera e, soprattutto, Machine Head. È proprio la band capitanata da Robb Flynn quella che più potrebbe essere affine in quanto a potenza e capacità di coinvolgere, con la differenza che la formazione statunitense ha imparato a diversificare la proposta grazie ad aperture melodiche che ben contrastano il massiccio wall of sound costruito. I Gurd puntano invece tutto sull’impatto, su riffoni terremotanti molto belli e che dal vivo sicuramente coinvolgono il pubblico, ma che a lungo andare tendono ad assomigliarsi troppo tra loro. Un vero peccato, perché l’onda d’urto generata è notevole, il riffing è massiccio e l’ascolto è inizialmente piacevole, salvo poi perdere gradualmente interesse. Un disco pieno di buone idee che, se sviluppate meglio, avrebbero potuto far fare il fatidico salto di qualità che per l’undicesima volta non è avvenuto.

(Matteo Piotto) Voto: 5,5/10