(Inside Out Music) Steve Hackett non ha certo bisogno di presentazioni. In quarantasette anni di carriera, tra album solisti ed incisi con i Genesis, il chitarrista inglese ha scritto pagine fondamentali in ambito progressive rock. “The Night Siren”, venticinquesimo lavoro solista di Steve, dimostra che la vena creativa è ben lungi dall’essere esaurita; la matrice progressive rock che da sempre contraddistingue l’artista è ben presente, ma in questo lavoro si fonde con le sonorità della world music, creando un lavoro suggestivo, una sorta di viaggio dove ogni barriera musicale è abbattuta. Il tema portante dell’album è quello della pace, dell’unione tra diversi popoli, in cui la musica, proveniente da ogni parte del mondo funge come linguaggio universale. Un messaggio chiaro già dall’opener “Behind The Smoke”, brano dalle sonorità soffuse ed avvolgenti, dove rock progressivo di eccellente fattura e melodie orientali si fondono, creando un sound ipnotico ed affascinante. “Fifty Miles From The North Pole” è aperta da tastiere, parti sinfoniche, voci corali, che lasciano presto spazio alla chitarra di Hackett, che macina riffs potenti e stoppati, prima dell’assolo da standing ovation. “Other Side Of The Wall” è delicata e soffusa, sorretta da arpeggi di chitarra acustica e parti orchestrali, mentre spicca la prestazione vocale di Steve, appassionata ed intensa. “Anything But Love” è pregna di sonorità spagnoleggianti, mentre “Inca Terra” è infarcita da un uso smodato di percussioni tribali, davvero suggestive. “Another Life” è pregna di sonorità celtiche, che si amalgamano in maniera fantastica ai virtuosismi distorti di Steve. Un album che rifugge da qualsiasi catalogazione. Un album di grande musica, al di la di qualsiasi genere. Capolavoro!

(Matteo Piotto) Voto: 10/10