(Indie Recordings) Notai i norvegesi Halcyon Days in occasione del secondo album “Rain Soaked Pavements & Fresh Cut Grass” (recensione qui), i quali seppero distinguersi per un metalcore di base, arricchito di tecnica, di idee, di spunti catchy, di linee vocali con doppia voce molto interessanti. Dopo tre anni la band è quasi sempre quella: rimane però un solo vocalist (all’epoca erano due, l’uscente Daniel Lorentsen assieme a Robbe Madsen) e cambia il batterista… ma l’impostazione sonora resta quella: aggressiva, accattivante, molto melodica, decisamente pungente. Un nuovo disco ricco di chitarra, non solo nei riff, ma nei ricercati fill, quei ricami che innalzano di molto la resa sonora. A livello vocale scompaiono quasi del tutto gli attraenti duetti scream/growl e la musica elargisce molta più rabbia, più assalti frontali, pur restando ricca di momenti epici, ricercati, catchy per l’appunto. “Awakening” non prende prigionieri, ma incanta con un ritornello esaltante e molto irrequieto. Melodia malinconica sul nervosismo tumultuoso dell’ottima “Hands of Time”, chitarra che offre idee appaganti sulle quali il vocalist vomita con intelligenza tutto il suo astio su “Shadows”. Molta energia impostata su un riffing esaltante con l’ottima “Collapsing Walls”, un brano che lascia tanto meritato spazio ai chitarristi, mentre la title track travolge con break down improvvisi, ritmiche di chitarra penetranti. Intensa e seducente “Collecting Scars”, refrain stellare su “Sleepwalking”, oscura “Better Days” prima della tuonante e conclusiva “Face Exposed”. Folli, scatenati, energetici: se il metalcore era per i puristi un po’ il genere della decadenza del metal, possiamo dire che grazie a bands come questa che il futuro ha ancora delle rosee aspettative!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10