copHAMMERCULT(Steamhammer/SPV) Questi musicisti israeliani sono piuttosto prolifici: tre album in quattro anni non è roba per tutti, specie se la qualità media è alta, come nel nostro caso. L’intro strumentale di questo lavoro serve solo a teletrasportarci proprio nel bel mezzo del campo da battaglia, dove ben presto si scatenerà una piacevole guerriglia tra gente poco raccomandabile. Per chi ancora non li conoscesse, questi mediorientali fanno un death-thtash molto epico e spesso e volentieri improntato su argomenti bellici. La voce del cantante è veramente molto versatile, capace di urla lacerate come di suoni più gutturali. Una dote sfruttata a dovere nelle composizioni. Batteria e basso donano una buona dose di dinamicità alla struttura canzone, rendendo il disco piacevole dalla prima all’ultima traccia. Le chitarre vomitano fuori riff spaccasassi, che non lasciano riprendere fiato nemmeno tra una canzone e l’altra. L’avere un’etichetta alle spalle di un certo livello garantisce indubbiamente una produzione senza sbavature (elemento necessario per assaporare appieno il suono del combo). Aspettando una calata in Italia, non si può che constatare come questo sia semplicemente un bellissimo lavoro. Agguerriti.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10