(Osmose Productions) Maledetti, ossessivi, infernali sia nel suonare che e nel cantare: Hammerfilosofi è qualcosa che si avvicina alla descrizione della dannazione eterna. Il black metal presentato nella sua maniera sulfurea, ereditato dalle cose più oscure del genere, suonato però con distorsioni fredde e pattern ritmici progressivi e nervosi. Si un debito con qualcosa della prima scuola norvegese e, forse di più, i Marduk. “Signum” è un calderone di atmosfere sature di oscurità e un senso malsano che sembra aleggiare direttamente dall’abisso infernale. Le atmosfere sono punto forte degli Hemmerfilosofi, però non è trascurabile il modo di sviluppar i pezzi: possono esordire con blast beat violenti e arrivare a improvvise frenate, attraverso le quali la band tinteggia con una piccola dose di teatralità, un connubio tra esoterismo, atmospheric e ritual black metal, stemperando poi con improvvise impennate brutali. Hammerfilosofi per questo secondo album affrontano più discorsi di stile, tenendo però il black metal la matrice principale, il culto supremo rispettato in ogni composizione. Con “Signum” si discende nell’abisso, tra demoni imbestialiti, diavoli atroci, respirando una suprema cattiveria.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10