copharasai(Quality Steel Records) Avevo ascoltato qualcosa di “The I-Conception”, del 2010,  rimanendone abbastanza soddisfatto. Questo nuovo album credo però vada ben oltre il precedente, in quanto i teutoni Harasai hanno perfezionato il proprio songwriting che sforna un progressive melodic death metal molto irruento, sostenuto, veloce, e non mancano i blast beat e assalti frontali e diretti. La linea delle chitarre e delle melodie ricorda un pochino gli Opeth, soprattutto nelle fasi più calme dei pezzi (vedi “The Art of the Sun”), mentre le polifonie e le aperture melodiche dei bridge, ritornelli e assoli vari (sempre di buona qualità) è di matrice scandinava, con un thrash metal abbondantemente in vista (nella title track esplode nella sua pienezza) e comunque con l’ascendenza di At The Gates e In Flames prima maniera. Con tutta onesta “Psychotic Kingdom” non apporta novità, è figlio di un filone ben determinato, ma è un lavoro che suona spedito e di sostanza. Mai troppo banale nelle aperture melodiche e mai troppo molliccio, sempre robusto, solido, corposo nei suoi pattern ritmici e con chitarre che sfornano un lavoro di continuo spessore. Gli amanti di certe sonorità non potranno disdegnarlo, l’album. La band si avvale di una produzione ottimale, diretta da Dennis Sebastian Levermann (Orden Ogan) e il mastering di Dennis Koehne (Caliban, lacuna Coil e Tiamat). Un lavoro ragionato, pulito e che in grado di concedere momenti importanti. Qualche canzone nel suo essere ripropone lo stesso schema, ma nel complesso l’album risulta piacevole.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10