(Metal Blade Records) Armati della produzione di David Castillo (Candlemass, Carcass, Dark Tranquility, Katatonia), gli Hate pubblicano un album strutturato e ricco di intenzioni. Ben oltre il black e il death metal, la band che vede in Adam The First Sinner l’unico membro originario, presenta una sorta di prog, decisamente sopra le righe, che cuce insieme i due suddetti generi. Grazie a Domin di Leaves’ Eyes, chitarrista che tesse trame raffinate, l’impressionante e tecnico lavoro alle pelli di Nar-Sil e Tiermes al basso, il quartetto affronta un percorso sonoro tra variazioni di velocità, di violenza o di espressioni melodiche oscure e maestose. Le melodie sono diffusamente brevi lungo l’arco della durata di “Bellum Regiis”, diventano delle vere e proprie raffiche. Affascina il sound, levigato e lucido nel tratteggiare una atmosfera nella quale si avverte lo scontro in atto tra forze superiori e ignote. Le composizioni di “Bellum Regiis” esprimono forza e al contempo un fluire che porta l’ascoltatore attraverso fasi diverse ma inequivocabilmente concatenate tra loro. Resta però un album non facile “Bellum Regiis”, perché non è necessariamente immediato. Gli Hate sono quattro validi musicisti e oggi in buona forma, dei veri killer in fatto di esecuzione. La forza espressa dal loro blackened death metal avviene con una sintesi efficace, senza troppi ghirigori. C’è però qualcosa di complesso in questo fluire tra le parti dei pezzi e sono meno abili a rendersi da subito memorabili con essi. “Bellum Regiis” infine lo si assorbe con più ascolti.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10