(Ektro / Full Contact) I finlandesi Hebosagil progrediscono. Attivi dal 2003 come band sludge/doom con influenze che arrivavano al thrash, si sono poi evoluti negli anni, rivelando sia lati punky che noise. Tuttavia, dopo oltre dieci anni, le cose iniziarono a cambiare ed il quarto album “Lohtu” del 2016 rivelava un aspetto diverso, della luce iniziava a passare attraverso quella nebbia fitta e sporca rappresentata dal loro sound precedente. Iniziarono ad emergere deviazioni dark, suoni più emozionanti, più cristallini, fino a questi due EP registrati negli ultimi due anni (rimasti finora inediti; tranne uno split è l’unica produzione dal 2016 in poi) e qui proposti in una unica compilation contenente quattro brani i quaili, in maniera definitiva, svelano il nuovo corso della band di Oulu. Ma il passaggio da visioni tetre e suoni sferzanti verso una dimensione più luminosa non è da considerarsi un addolcimento in senso stretto e nemmeno una forma di tradimento di un genere. I quattro brani qui proposti sono intensi, profondi, riflessivi, introspettivi e, in qualche modo, rivelano una radice di sonorità grezze, sonorità rivelate dall’impostazione di certi riff o dal suono del basso, dalla decadenza generale delle melodie che provano con grande impegno ad essere ottimiste, ma riescono solo a provocare sorrisi malinconici avvolti da un’oscurità crepuscolare, dove il sole sembra essere solo un’ipotesi, un suggerimento sfuggente e fugace. Questo concetto viene esaltato dalla voce di Tatu Junno la quale è graffiante, lacerante e racchiude un nucleo di disperazione espresso dai testi (in finlandese) che toccano tematiche sempre e comunque inquietanti. Stupenda “Oi Fortuna”: una melodia drammatica e provocante, esaltata da chitarre stupende, aleggia su ritmiche delicate ma fondamentalmente grezze. Oscura e quasi dark folk “Auta”, brano che dopo la metà esplode in un inospitale dark punk straziante e disperato. Magia con “Metsätie”, brano con una voce femminile dolce ma deliziosamente eterea, prima della conclusiva “Joki”, un brano dark rock che ricorda una versione ancor più tetra, molto meno romantica e violentata dal punk, di Chris Isaak. Il nuovo corso degli Hebosagil è personale, intenso, irrequieto. Musica dalle fondamenta pesanti, grezze e taglienti farcita da suggestivi arrangiamenti dark pop, in una costante instabilità psichica ed emozionale che rende ogni brano imprevedibile, a tratti angosciante, a volte minaccioso ma anche diabolicamente concupiscente.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10