cophelker(AFM/Audioglobe) Presentati come la più grande heavy metal band argentina, gli Helker hanno alle spalle una storia di oltre quindici anni, ma solo con questo quarto full-“length”, e l’interessamento della AFM, superano i patri confini per approdare anche al mercato europeo. Non è la prima volta, del resto, che l’etichetta tedesca si lancia in iniziative di questo genere, che tentino la scoperta di scene misconosciute nel vecchio continente: ricordo, un paio d’anni fa, lo strano esperimento compiuto con i folk/power metallers ungheresi Dalriada. Ma veniamo a “Somewhere in the Circle”, che il ben conosciuto Mat Sinner ha prodotto, contribuendo pure alla scrittura dei brani. Ho ascoltato il disco la prima volta in auto, durante un lungo viaggio, e la sua compagnia è stata decisamente gradevole; poi sentito a casa mi è sembrato molto meno entusiasmante, e a tratti anche banale! “Modern Roman Circus” mi ha ricordato i Primal Fear e “Just be yourself” gli Iron Savior: è un disco che suona decisamente tedesco! Piace il ritornello della marziale “Begging for Forgiveness” (dove partecipano “Ripper” Owens e Ralf Scheepers) e c’è molta energia in “At the End of the Journey”, ma i brani ci mettono poco a uscire dalla mente. In questo album rude, inoltre, la ballad “Flying” non è niente di che. L’accattivante melodia della conclusiva “Dreams” non può, quindi, cambiare le sorti di un prodotto che, pur avendo diversi momenti interessanti, si rivela in fin dei conti abbastanza scontato. Curiosità: nei paesi dell’america latina, “Somewhere” sarà distribuito in versione con cantato spagnolo.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10