cophellbastard(PATAC ) Sono ancora in giro a spargere badilate di thrash/crust metal gli Hellbastard e sebbene i segni del tempo si sentano, il risultato è sempre fatto di canzoni assemblate con energia, meno estro del solito e una piccola dose di tecnica o raffinata riproposizione di idee comunque già note. Gli Hellbastard nascono a metà anni ’80 e fanno parte della scena crust inglese. Solo tre album, molti EP, split e compilation. Una band underground nello spirito. “Sons of Bitches” è un nuovo EP che esce in vinile (in questi giorni è arrivata anche una versione CD presso la Selfmadegod Records), corredato da cinque pezzi. Il primo lato vede “Arcadia” e la title track. La prima canzone è un turbinio di chitarre cattive e un drumming tempestoso, la voce di Malcolm “Scruff” Lewty (anche chitarrista, insieme a Tom McCombe) è quella di altri tempi, la tipica voce per niente nitida, quasi seriosa e un pochino aspra e tanto thrash-crossover. “Arcadia” si rivolge al thrash e possiede un qualcosa di avvincente nel suo insieme. Una canzone avvincente. Anche la title track è un furioso assalto thrash metal che ricorda vagamente i Kreator essendo abbastanza old school. Le ritmiche di Nathan Ellis sono dirette, inserite nel modo giusto nelle diverse evoluzioni dei brani. Il secondo lato si apre con “System Whore” altro robusto thrash metal, vicino allo stile dei Testament di tanti anni fa e che termina in una lunga (la canzone arriva quasi a sei minuti) escursione in quella che è una fase sperimentale, quasi rock psichdelico, in cui si mette in mostra il basso di PaulO’Shea. C’è la ripresa di un vecchio pezzo di fine anni ’80 e cioè “We Had Evidence” nel quale dopo un’apertura sperimentale arriva il ruggito delle chitarre, per quella che è un melodia introduttiva con i riflessi del crust, genere che si ritrova poi nello prosieguo del riffing e delle ritmiche. Una canzone “vecchia maniera” e quindi la più sinceramente Hellbastard che si possa sentire tra le cinque. Chiude “Throw the Petrol Bomb”, burloneria degli Hellbastard che inseriscono un pezzo reggae altrui di pochi minuti. Sono parzialmente deluso per l’esigua quantità di materiale. Un brano già edito e ri-registrato, una canzone totalmente fuori contesto e tre pezzi nuovi, dei quali ammetto che solo uno, “Arcadia”, ho sinceramente gradito. Mi fa comunque piacere avere notizie degli Hellbastard e sono contento che siano ancora in giro a suonare.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10