(Total Metal Records) Totale annientamento. Valanga di riff poderosi, che si susseguono, che si inseguono, per  tre quarti d’ora di puro assalto in chiave thrash, con uno guardo al death e groove metal. Supportate da una base ritmica sempre intensa e devastante, le undici canzone del disco scorrono furiose, tecniche, fantasiose, sempre estremamente godibili, sempre potenti anche quando il tempo rallenta. La capacità di questi Ucraini, infatti, è proprio basata su una variabilità dei tempi, a volte veloci fino al blast beat, a volte lenti e cadenzati. Indipendentemente dalla velocità, comunque, ogni pezzo è capace di scatenare un headbanging brutale, doloroso, massacrante. “Emptiness” è un esempio dei pezzi più lenti e devastanti, un’autentico brano da suonare dal vivo per violentare il pubblico. Simile è pure “Burn” che ricorda lontanamente i migliori Pantera. Per quanto riguarda i pezzi più veloci e brutali, già la opener “Disaster” annuncia l’inferno al quale l’ascoltatore è sottoposto, proponendo un thrash veloce, dinamico, tipico dei grandi maestri del genere. Ed infatti, parlando di maestri, c’è un musicista ospite nell’album, il quale suona sulla bellissima “My Doll”: si tratta di Jeff Waters, leader dei canadesi Annihilator, ai quali gli Hell:On si ispirano, dai quali gli Hell:On imparano. Altro pezzo estremamente interessante è quello che chiude questo terzo lavoro degli Ucraini, ovvero “Satan”. Una canzone che include delle tastiere molto ben azzeccate, e che offre uno sguardo a sonorità tipicamente black metal. I cinque musicisti dell’est si dimostrano maturi. Sanno suonare molto bene, hanno immagine, e contribuiscono a tenere il thrash metal ad alto livello, rispettando i maestri, ed aggiungendo un qualcosa di personale che li rende assolutamente imperdibili.

(Luca Zakk) Voto: 7/10