(Napalm Records) Release tutta austriaca, visto che band ed etichetta lo sono entrambe. Gli Hellsaw incidono il terzo lavoro della propria discografia, segnandolo come il passo più nero, e meglio prodotto, dei tre. Il black metal è sacralmente rispettato nella forma (per dare un’idea sullo stile verrebbe da citare gli Immortal). Il riffing è una belva feroce, la velocità assale ogni brano, ma esistono intermezzi, pause, scorci di sinistra aberrazione. Questi momenti offrono una maggiore presa e un senso ancora più torbido ai brani. Neuroticon è un (nuovo) batterista che non lascia in pace il rullante e il resto dei componenti, dimostrando un tocco pulito e preciso. Isiul e Malthus sono i due sacerdoti che officiano con le sei corde ogni sorta di dannazione, senza rinunciare a qualche affrancante melodia. Aries non è un mostro infernale, il suo cantato a volte si spinge ai limiti del sussurro, della lamentosa narrazione. Un bardo sfocato e ombroso. Non resta molto da poter raccontare, le cose più eclatanti sono proprio gli intermezzi, le code conclusive di stampo folk, “Doom Pervades Nightmares”, qualche idea viking, il resto è una coltre di ghiaccio che riveste una terra popolata da lupi, dove nevicano blast beat, mid tempo e lame distorte.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10