(Heimathome) Cinque tizi di Ginevra si incontrano ad un concerto degli ZZ Top. Fanno un casino bestiale, e capiscono che, alla fine, è il divertimento che conta. Prendono gli strumenti, li accordano uno o due toni sotto, ed iniziano a strimpellare. Evidentemente strimpellano bene in quanto incidono un EP, un disco ed infine con la produzione di Laos Etxemendi (Goijra) escono con questo “XI IX XI”. Gli Helmut suonano blues. Blues cattivo, distorto, pesante. Blues con voce growling (anche se alternano un bellisimo cantato pulito). E’ comunque un blues contorto, fuso assieme con del metallo di quelli più pesanti, con sublimi richiami a bands storiche (non posso non sentire un po’ di Depressive Age in “Tap 7”). Il blues degli HELMUT sfocia pure nel doom. E’ un po’ sleaze. Un po’ tribale. Molto originale, senza alcun dubbio. La fantasia non gli manca, le idee sono moltissime (ascoltate come parte “A Decade of Lost Freedom”, l’opener strumentale, bellissima). Forse manca una linea guida di stile, ma sicuramente abbiamo per le mani una band che domina strumenti e spartiti, e che può far divertire. In fin dei conti sono passati solo tre anni da quel concerto degli ZZ Top. Ora gli HELMUT sono rodati, sono carichi, e questo ‘XI IX XI’ è un ottimo trampolino di lancio per un futuro musicale grintoso, con distorsioni pesanti, accordature basse, e suoni sporchi.

(Luca Zakk) Voto: 6,5/10