(Massacre Records) Se nel vasto mondo del metal c’è un genere che ha mantenuta intatta una certa coerenza, questo è sicuramente il power metal americano, caratterizzato da sonorità in bilico tra il metal tradizionale e la furia del thrash metal; uno stile portato avanti da formazioni come Vicious Rumors, Metal Church, Jag Panzer e Helstar, tutte band che hanno saputo costruire negli anni una solida fan base, senza per questo diventare mainstream. Questo ha consentito loro di mantenere una coerenza stilistica e di rimanere a galla anche nei critici anni ’90, periodo nel quale molte realtà blasonate hanno dovuto cambiare pelle per non soccombere alla rivoluzione grunge. Una libertà stilistica che ha consentito agli Helstar di passare indenni ben quattro decenni di carriera all’insegna di un metal corposo, potente e sempre ai confini del thrash, senza per questo rinunciare a massicce dosi di melodia, caratteristiche ben presenti in questo undicesimo album. Il sodalizio ben consolidato tra l’axe man Larry Barragàn ed il blasonato singer James Rivera funziona ancora alla perfezione, a dispetto dell’età che soprattutto per un cantante potrebbe minare il risultato. Fortunatamente, il sessantacinquenne Rivera dimostra essere in forma smagliante, limitando gli acuti comunque presenti nella corposa “Seek Out Your Sins”, in favore di un’interpretazione più oscura e teatrale, cosa che ben si sposa con il concept horrorifico dei brani. “Stygian Miracles” unisce potenza e fascino, con quelle atmosfere medio orientali, mentre l’epicità si taglia a fette nella solenne “Carcass For A King”. “The Staff Of Truth” è incalzante, con scariche di doppia cassa ed un riff da headbanging selvaggio, mentre “Suerte De Muleta” è uno strumentale coinvolgente, ben lontano dall’essere un mero sfoggio di tecnica esecutiva. Un ritorno in grande stile per una band che ha fatto della coerenza un proprio tratto distintivo.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10