(Soman Records / Treehouse Records) Per una volta ci troviamo di fronte ad un Gruppo culturalmente e geograficamente non connotabile: Francia, Brasile, Belgio, Portogallo… per non parlare delle tematiche e delle sonorità trattate, molto mediorientali. Più che ad un gruppo, a ben vedere, ci troviamo di fronte ad un progetto, che ha colto l’occasione della pandemia per confrontarsi su un sentire comune, maturato in questo CD. Le influenze sono davvero molteplici, discorso che si applica all’album intero così come nella struttura di ogni singola traccia. Elementi decisamente prog si mescolano a influenze death, doom e stoner, in un amalgama molto particolare, che si insinua in suoni orientali e africani. La voce, pulita e cristallina, non stona mai affianco a strutture più ruvide e death in piccole parti dei brani, quasi a mitigare una rabbia controllata e distillata in un qualcosa di sonoramente molto elegante e ‘di mestiere’. Di volta in volta nei brani si sente che si sono volutamente fatte uscire influenze a volte più doom, a volte più death, altre più prog. Il bello in tutto questo crogiuolo sonoro è che il disco suona assolutamente omogeneo e pertinente confrontando le tracce tra loro. Un disco da ascoltare e ammirare, costruito con cura certosina e perizia che solo le menti che vanno al di là dei generi possono concepire.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10