(autoproduzione) Arrivano dall’Ucraina e professano un amore incondizionato verso la nera fiamma che nel black metal ha trovato la via prediletta per manifestarsi. Bastano queste poche parole per inquadrare cosa aspettarci quando ci accosteremo al primo ascolto dell’album di debutto degli Hevvn. Con “Deliverance” ci troviamo di fronte ad un lavoro che, sia a livello compositivo che concettuale, si ricollega alla scena black metal tradizionalmente più intransigente. Seppur poco conosciuti, negli ultimi anni dall’Ucraina sono emersi buoni gruppi che, con passione e dedizione, hanno rilasciato album certo degni di nota. Nokturnal Mortum, Khors e Blood of Kingu possono infatti vantare nella propria discografia produzioni che non sfigurano anche se paragonati ai più ‘popolari’ colleghi norvegesi o svedesi. Il gruppo fondato dal polistrumentista Hiemsitus nel 2015, esordisce proponendoci dieci tracce che traggono ispirazione da quella frangia del black/death metal più ritualistico e demoniaco che ha fatto la fortuna di gruppi come, ad esempio, i polacchi Behemoth. Già nel primo brano “Invoking Dweller Within Darkened Shrines” il richiamo a quanto prodotto da Nergal è palese e si dimostrerà costante durante tutto l’ascolto; una sorta di filo conduttore dell’intero album. Gli Hevvn cercano di alternare alle classiche sezioni in blast beat e riff al fulmicotone stacchi più cadenzati dove l’atmosfera luciferina è ricreata attraverso la voce narrante in growl dello stesso Hiemsitus e l’ausilio ora del pianoforte, ora delle chitarre acustiche. Indubbiamente influenzati anche da Satyricon e Carpathian Forest, nella quarta traccia “Road of Sacrifices” gli Hevvn presentano un brano dal gusto quasi black’n’roll dove un marcio riff di chitarra la farà da padrone. Decisamente più old style “In Humility and Repentance” dove il richiamo ai Darkthrone primo corso è quanto mai chiaro. Tendenzialmente considero la sperimentazione e la ricerca di soluzioni compositive variegate un obiettivo lodevole ma, in questo caso, sembra piuttosto che a regnare sia l’indecisione; per ottenere un lavoro più compatto ed omogeneo è necessario che la formazione ucraina decida con maggior convinzione quale strada perseguire a livello musicale. Suoni a tratti impastati e, in alcuni frangenti, quasi ‘slegati’ tra loro minano poi inevitabilmente il risultato finale sottolineando come questo “Deliverance” sia da considerare una prova acerba partorita da una band ancora alla ricerca della piena maturità.

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(Davide Galli) Voto: 5,5/10