cophighlord(Punishment 18 Records) Settimo album per i piemontesi Highlord, che non si facevano sentire da “The Death of the Artists” del 2009: un disco che, devo essere sincero, non mi aveva colpito particolarmente a causa dell’alleggerimento del sound. Con la reintroduzione di un tastierista, Emanuele Salsa, i nostri tornano a un approccio più genuinamente power, come lascia anche supporre la copertina dell’inflazionatissimo Felipe Machado Franco, tutta costruita su toni rossi e oro che fanno pensare subito al symphonic fantasy metal di stampo rhapsodiano. Registrato da Luigi Stefanini, “The Warning after” si compone di dieci tracce. “The Goggle Mirror” ha la melodia ma forse manca un po’ di potenza; convincono di più la forza di “Standing in the Rain” e le tastiere anni ’90 di “No more Heroes”. Il brano più cangiante, con qualche chitarra addirittura shred, è la lunga “Brothers to the End”, che dimostra tutta la perizia compositiva dei nostri. Belli anche i cori da stadio di “In this wicked World”; nella conclusiva “Arcade Warriors”, dall’approccio vagamente hard rock, partecipa Ralf Scheepers. Continuo a prediligere “Medusa’s Coil”, uno dei miei dischi preferiti di power metal a 360°, ma devo dire che con questo “The Warning after” gli Highlord hanno sicuramente risposto ‘presente’. Certo, nel mercato odierno è ancora più difficile emergere rispetto a qualche anno fa, e questo disco ha qualche passaggio abbastanza standardizzato; tuttavia la formazione piemontese merita certamente, e con ogni diritto, che i fan gli diano ancora fiducia incondizionata.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10