cophirax(Steamhammer / SPV) Gli Hirax sfornano un nuovo album, ed è un bene visto che gli ultimi cinque anni sono passati tra split, singoli e DVD. Serviva ‘nuova’ materia, qualcosa di poderosamente inedito da poter suonare ai fans. Come sempre de Pena e soci propongono un thrash/speed metal d’assalto, istintivo, fulmineo fatto di ritmi che avanzano come treni e un riffing fantasticamente arrabbiato e old style. Purtroppo ho la sensazione che la voce di Katon W.de Pena sia un tantino troppo in su e placca eccessivamente gli strumenti. In effetti nelle fasi dove è la musica ad essere sola e senza il supporto del cantato, si ha una notevole diffusione dei volumi di tutti gli strumenti. Non mi sogno di scrivere che “Immortal Legacy” sia un album fantastico. Ho già lasciato capire che novità non ve ne sono e che lo stile retrò della band statunitense non giova a nuove aperture, ma questa nuova fatica degli Hirax ha il suo indubbio fascino e un tocco accattivante. Oltre alla questione dei livelli in fase di missaggio, il secondo neo dell’album, più strettamente legato alla musica, è che il duo riff-ritmi sembra standardizzarsi su andature molto simili tra loro. Non è una questione di ripetizione nella modalità del riffing, delle melodie o altro, ma c’è un’oggettiva tendenza delle sei corde e del comparto ritmico ad avanzare in più occasioni e in quasi tutti i brani su modalità si veloci, ma dalla cadenza scandita, certamente ritmata ma troppo fine a se stessa. Insomma, quella cadenza a martello a volte è fin troppo insistita. Trovo invece eccellenti gli assoli e anzi, qualche polifonia mostrata in giro magari poteva essere ripetuta e ampliata. In conclusione penso che l’album possa risultare piacevole per gli amanti dell’old school e tuttavia quel qualcosa in più da una band così esperta, poteva venir fuori e non solo l’esperienza e l’indubbia capacità di suonare in modo così scorrevole e grintoso.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10