(Iron Bonehead) Dal 2002 in qua i tedeschi Horn non si sono mai fermati. “Turm am Hang” è il loro settimo sigillo, sempre fedeli al loro black metal pagano, rigorosamente cantato in lingua madre. Il loro sound caratteristico è rimasto costante negli anni, dando vita ad un black molto originale che si stacca stilisticamente dai canoni tipicamente scandinavi, senza tuttavia ricadere in altre similitudini generiche. C’è una componente medioevale. C’è l’influenza folk. E anche una buona dose di black intenso, ben suonato, ben composto, decisamente ricco di emozioni ed infinitamente coinvolgente. Questa “Torre sulla collina” esalta e travolge: “Alles in einem Schnitt” è potente nella divisione ritmica, sconvolta nel cantato ma infinitamente catchy e soprattutto folky nelle melodie. Un brano magnetico, impossibile resistere. La title track è più black, più cadenzata, pulsazioni oscure che catturano la mente. Tetra ma sempre eccezionalmente melodica “Verhallend in Landstrichen”, rituale, corale e molto introversa “Die mit dem Bogen auf dem Kreuz”. Perversa e ricca di dettagli tecnici “Totenräumer”, gloriosa “Bastion, im Seegang tauber Fels” seguita dalla conclusiva “The Sky Has Not Always Been This Way” bella cover dei When Bitter Spring Sleeps, unico brano cantato in inglese. “Turm am Hang” esalta. Genera una carica energetica ricca di gloria, rabbia, furia. Instaura uno stato d’animo belligerante pieno di fierezza. Così tetro, così eroico, così tradizionale… quasi campanilista. “Turm am Hang” è uno di quegli album black fedele ai concetti originali del genere, i quali vanno ben oltre gli schemi e le sonorità che normalmente sono il parametro usati per l’assegnazione ad un genere musicale specifico.

(Luca Zakk) Voto: 8/10