(Memento Mori) Che cosa porta la gente ad ascoltare metal, nello specifico il death metal? Che sensazioni va cercando? Cosa vuole sentire? Certo che da un genere che si fregia della morte nel nome di sicuro non si può cercare tanto di positivo. O chissà, forse sì… ma non è questo il caso. Gli australiani Horrisonous di sicuro non cantano di fiori e gioia nel mondo. No, loro fanno lo sporco lavoro che li ha portati a essere una band death metal, ossia fanno i cattivoni per partito preso. E poco importa come la pensano in fatto di filosofia di vita o altri argomenti aulici, qui c’è solo il suono pesante del gruppo a farvi capire come stanno le cose. “Kuru Worship”, apripista dell’album, mette subito in chiaro le cose mostrando un death marcio e primordiale, figlio di Nihilist, Entombed e tutta la loro sporca progenie. E lo fanno giocando sull’alternanza di ritmi veloci e lenti, con cambi repentini tra l’uno e l’altro. A tratti sembra di sentire del doom portato all’estremo, altre volte è molto più riconoscibile un suono puramente death, complice anche un cantato piuttosto versatile che alterna momenti di growl più acuto a fasi decisamente più brutal nel mood. Un buon disco, capace di far breccia in chi ha amato e ama il death così come e nato, libero da tecnica e suoni sintetici, selvaggio e libero.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10