copHouseBreaking(Bakerteam Records) Secondo album per Housebreaking, band proveniente da Cassino attiva dal 1994, inizialmente proponendo cover di pezzi punk/metal, per poi sterzare nel 1996 verso una commistione di stili tra il funky dei Red Hot Chilli Peppers, il rock dei Timoria e reminescenze punk/hardcore. Nello stesso anno pubblicano un demo dal titolo “Stories”, ma subito dopo il gruppo si scioglie, riformandosi nel 2006, con uno stile totalmente mutato, orientato verso sonorità thrash/hardcore. Dopo breve tempo, gli Housbreaking si sciolgono nuovamente, per poi riunirsi nel 2009, anno in cui cominciano a scrivere brani per il loro debut album “Out Of Your Brain” (uscito nel 2010) ed a suonare dal vivo come supporto di svariate bands, tra le quali Napalm Death, Entombed e Jester Beast. Nel 2013, dopo l’ennesimo scioglimento, il chitarrista Mariano Fontaine riforma la band con una formazione totalmente rinnovata, con la quale registra “Against All Odds”, un album che, pur mantenendosi su sonorità prettamente thrash/death, non disdegna incursioni in territori più moderni come deathcore, metalcore e richiami al nu metal, quest’ultimo particolarmente evidente nell’opener “Blood Red”, dal riffing cadenzato ed ossessivo, con chitarre ribassate che richiamano alla mente i primi Slipknot. “Stolen Life” è più vicina allo stile tipicamente thrash, con una buona alternanza tra parti veloci e rallentamenti, intermezzi melodici cantati in maniera aggressiva da Jean Marc Valente, che in alcuni frangenti ricorda da vicino Tom Angelripper. “Misanthropique”, dopo un iniziale arpeggio acustico, si lancia in un death metal massiccio e incazzato che rallenta nella parte centrale, diminuendo di velocità ma acquistando in pesantezza. Degno di nota il brano “Rise And Fall”, dalle sonorità più accessibili di matrice metalcore che bene si integrano con la matrice thrash della proposta della band, creando un mix particolare tra aggressività e melodia. Il pezzo più riuscito è sicuramente “ThISIShell”, dal riffing pesantissimo, spezzato da stacchi ossessivi dominati da basso e batteria. Un album eclettico, pesante ed estremo, ma allo stesso tempo ricco di melodia. Soluzioni old style che ben si integrano con sonorità moderne. Nutro qualche dubbio solo su certe scelte vocali: quando canta in maniera aggressiva, Jean Marc Valente è una furia, dotato com’è di una timbrica potente ed incisiva, mentre nelle parti pulite risulta un po’ forzato. Nel complesso, comunque, un album maturo, ben composto ed accattivante.

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10