(Dusktone) Black metal freddo, diretto, forse scontato, ma sicuramente efficace. Con i debuttanti Hovmod, i quali tuonano dalla Norvegia, succede un po’ quel che succede in ambito hard rock: puoi essere contorto, virtuoso, ipertecnico, metterci dentro di tutto nella tua canzone… ma alla fine sarà sempre il pezzo con quel quattro quarti marcio e con quei soliti tre accordi a vincere sulla scena, ad essere passato in radio, in streaming, ad essere ricordato e cantato ai concerti… in altre parole sarà quel brano a vendere di più. Su questa scia, gli Hovmod non inventano assolutamente nulla, ma quello che fanno lo fanno molto bene! Ritmiche coinvolgenti con quasi sempre la doppia cassa sparata sotto; il tremolo, poi, è una costante fissa, mentre il vocalist ha quel growl non identificativo ma decisamente giusto, maligno, aggressivo. Furibonda “Total krig”; più seducente, pulsante ed anche melodica la title track. Aggressività con belle melodie e drumming rocambolesco su “I grevens tid”. Esaltante il mid tempo di “Blodsbaand”, tuonante e marziale “Evig mistru”, black estremo con spunti grind su “Maktdemon”, prima della conclusiva “I endens kapittel” la quale riesce a far emergere tratti epici in un contesto totalmente massacrante. Con un moniker che inneggia ad uno dei sette peccati capitali, la superbia, gli Hovmod sono un duo (con membri fissi o live dei Djevelkult) che è perfettamente in grado di scatenare un’apocalisse sonora, rispolverando dei capisaldi immancabili del black più puro, e non solo in ambito musicale; non mancano infatti face painting d’ordinanza, brani in lingua madre ed un costante e palese gusto per tutto ciò che appartiene al male e alle tenebre di una fredda foresta nordica.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10