(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Nati nel 2007, i provenzali Hyrgal -i quali vantano un chitarrista-voce ex Svart Crown- arrivano solo ora al debutto (hanno in curriculum solo uno split con i Kairn). Un debutto complicato, inizialmente ignorato dall’etichetta, successivamente osannato dalla stessa. La registrazione, poi, è stata fatta si in uno studio, ma senza il supporto di personale specializzato. Tuttavia, questo apparentemente acerbo “Serpentine” rappresenta quasi quaranta minuti di violenza ancestrale, brutalità viscerale con quel suono caotico ed avvolgente tipico sia del black francese che dell’old school del genere, anche se le occasionali parti melodiche ed acustiche marcano una separazione estrema tra black metal ortodosso e black metal atmosferico, genere dal quale la band sa attingere a piene mani, offrendo un risultato carnale, puro, diretto ed infinitamente coinvolgente. La opener “I. L’Appel” è sostanzialmente in lungo intro ambient folk, il quale porta l’ascoltatore tra valli alpine ricche di magia e malinconia. “II. Mouroir” è brutalità immediata, anche se nelle viscere del suono si sente una struggente angoscia di fondo, evidenziata da un mix molto particolare e dal feeling decisamente analogico; l’intermezzo ambient invita a riflettere su argomenti inerenti alla mortalità e all’infinito, e l’esplosione finale altro non fa che esaltare questo black metal identificativo e privo di luce. Intensa “III. Till”: atmosferica, melodica, brutale… ma anche capace di esaltare con mid tempo catchy e ricchi di crescendo. Accrescono brutalità ed oscurità con “IV. Représailles”, altra unione tra estremo e tenebre suggestive con “V. Aux Diktats de l’instinct”, brano che conduce al finale composto da “VI. Rite” e “VII. Etrusca Disciplina” (interludio più canzone), quest’ultima molto pesante nei tempi lenti, assurdamente melodica in ambito blast beats. Debutto poderoso, coronato da un singer assolutamente efficace e perfettamente bilanciato con il contesto sonoro. Il mix è interessante, in quanto tutto ciò che potrebbe addolcire il sound (atmosfere, melodie, concetti remotamente sinfonici) sono relegati nel sottofondo, sovrastati da brutalità senza pietà. Ancora una volta l’etichetta francese riesce a pescare dall’underground una band ricca di personalità, di creatività, esaltando nuovamente la totale ed assoluta assenza di luce.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10