(Antiq Label) Il prolifico progetto Hyver pubblica un album con all’interno un concept che mette l’ascoltatore davanti a un castello, al quale vi accede attraverso delle proposte per entrare nelle varie stanze dell’edificio. In realtà l’obiettivo diventa quello di fuggire da questo posto pericoloso e per tanto si dovranno prendere le scelte giuste e trovare la via fuga. “Shaâtaunoâr” è presentato in digitale e soprattutto con una pregevole e limitata confezione (QUI i dettagli) con istruzioni in francese oppure in inglese per questo pseudo gioco di ruolo. L’album prevede tra le canzoni principali delle parti recitate, da Virginie Ropars  – scultrice e artista francese, che ha curato la versione inglese, mentre il testo in francese è di David Thiérrée, illustratore e pittore – che rappresentano la storia e pone le scelte da fare lungo il cammino. Sono frammenti dove vige un clima esilmente dungeon synth o medievale. Le stanze sono i pezzi, in essi si scatena la radice black metal di Hyver, ovvero Léon Guiselin, membro di Grylle, Tour D’Ivoire e altri, affiancato da Erroiak al basso e Summum Algor alla batteria. I due sono altri noti personaggi del black metal francese, con appartenenza e trascorsi in Anguis Dei, Nefarium, Enterré Vivant e tantissimi altri. Le composizioni vere e proprie sono tutte di natura black metal, con derivazioni epic, dungeon, medieval e pagan, formando così un flusso tenace, con chitarre affilate e una batteria che pesta alternando parti modulate a blast beat cocenti. La Antiq da sempre produce musica abbinata a immagini, sublimandola con l’arte di tipo concettuale e prodotti fisici elevati a oggetti artistici. “Shaâtaunoâr”, il terzo album di Hyver, è un esempio di questo modo di proporre musica, la quale suona come un black metal con tendenze già menzionate, dalle quali nascono delle melodie a volte suggestive, in un clima generale che suona comunque ruvido. Si avvertono scatti nervosi, le parti in blast beat, e poi fasi enfatiche e dunque sulla distanza “Shaâtaunoâr” pare avere una discontinuità e una sua confusione interna scatenata da bruschi cambi di registro. In fondo il black metal è anche questo e Hyver ha la capacità di dare vita a queste sonorità grezze iniettandovi costantemente delle melodie.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10