(Bud Metal Records) Giunge al debut il trio russo IceThurs (monicker con un evidente riferimento ai Giganti della Brina della mitologia nordica), debut incorniciato da una copertina quantomeno singolare: vi è raffigurato Ratatosk, lo scoiattolo che, secondo l’’Edda’, abitava i rami dell’Yggdrasil. Il folk metal dei nostri è pieno di contaminazioni che vanno praticamente dai Trollfest ai Manegarm. Se la briosa e quasi celtica “En Sjoeroevare Sagan” aveva fatto ben sperare, e la tiratissima “Comportator”, a parte la intro con un tizio che vomita, ci aveva portato in godibili territori praticamente pagan/black, “White Road” ha un ritmo troppo pesante, e dove i ritmi e le cadenze troppo scopertamente esteuropei sembrano poco funzionali a un sound metal. Lo stesso discorso vale per “Loki”, che sembra quasi artefatta; e soprattutto per “Razguliai”, ben lontana dalla magnificenza degli Arkona, e in alcuni passaggi quasi cantilenante. La fiera epica di “War” riequilibra un po’ la situazione, ma la titletrack conclusiva è, per quel che mi riguarda, agghiacciante: cori russi si alternano a una sorta di cantato in freestyle in un insieme per nulla coeso, su un tappeto sonoro che tra l’altro cede anche, in qualche punto, all’elettronica. Non nego che qualche open minded fan possa trovare questo insieme stimolante: a me “Unlocked Doors” ha, purtroppo, lasciato un senso di scarsa coesione.

 (René Urkus) Voto: 5,5/10