copimagesattwilight(Indie Recordings) Trovo difficile dare un giudizio a questa band. André Aaslie, già tastierista dei Gromth (in compagnia del noto Tjodalv – ex Dimmu Borgir e Old Man’s Child), desidera creare del symphonic black dalla fine degli anni ’90. Non del symphonic “normale”, ma qualcosa che spinga al livello successivo questo concetto musicale. Non avendo ovviamente un’orchestra sotto casa, è la tecnologia che aiuta l’artista e solo ora (o quasi visto che le registrazioni sono avvenute nel 2014) André si ritiene soddisfatto degli strumenti a disposizione. Recluta una serie di personaggi già noti nella scena e mette in piedi questa imponente opera che dura oltre un’ora, spalmata su otto trionfali tracce che narrano una storia epica, ricca di battaglie, immersa nel fantasy, nella gloria, ma anche nella fantascienza visto che c’è una ispirazione a popolazioni extra terrestri che abitarono il nostro mondo prima della creazione dell’essere umano. Il lavoro è imponente: la componente orchestrale è maestosa… ma è certamente un grandioso lavoro al computer, non agli strumenti veri. “Kings” è pura composizione, non assoluta esecuzione. Il lato black, ossia chitarre, drumming e voce sono ferocia e violenza… ma non riesco a trovare nulla che acts quali Cradle of Filth o Dimmu Borgir non abbiano già proposto. È un peccato, perché l’idea di André era interessante, visto e considerato che il symphonic black necessita di una innovazione con una certa disperata urgenza. Ma “Kings” non è la risposta. Non è la soluzione. “Kings” è ottimo black, molto coinvolgente e tirato, con riff molto tecnici, chitarre elaborate, vocals poderosi… il tutto posto in un certo tipo di sottofondo ad un’opera orchestrale immensa. Ma rimangono due mondi separati e quando si uniscono non rivelano assolutamente nulla di particolarmente nuovo o estremamente eccitante. Le canzoni sono comunque avvincenti e l’intera durata del disco non risulta mai noiosa o ripetitiva. Godibile, interessante, potente. Sicuramente attraente per gli amanti del symphonic black (come il sottoscritto). Ma considerate le premesse, le dichiarazioni di intenti e l’etichetta che lo propone, mi ero quasi illuso di trovare la svolta artistica che tanto cercavo.

(Luca Zakk) Voto: 6/10