(Osmose Productions) Assurdi, sanguinari, irriverenti, teste calde! Gli Impaled Nazarene sono la sommatoria di questi aggettivi e ancora di altri e di tutti i loro sinonimi che potrebbero inquadrare quel senso di folle estremismo che i finlandesi incarnano da decenni. Se nel 1993 l’album di debutto “Tol Cormpt Norz Norz Norz…” rappresentò uno scossone in fatto di black metal nonché di musica estrema, da allora le coordinate di stile della band finnica non sembrano affatto cambiate. Il loro suonare che è una ignorante fusione tra black metal e hardcore-grindcore, dove tutto va a mille, in velocità ed è esasperato, potenziato da quella buona immagine di strafottenza pompata da violenza e testosterone verso la forma e i modelli convenzionali. Tredicesimo album dai modi vertiginosamente spinti e sequenziati in tredici pezzi per poco più di trenta minuti. Una band che ha amato la concisione nelle proprie creazioni, avanzando conseguentemente a testa bassa. Quando poi c’è da cambiare le carte in tavola, attraverso dunque una variazione, un cambio di ritmo o di stile, cosa che avviene di rado in “Eight Headed Serpent” perché tutto e veloce e in genere mantiene la velocità di crociera, si materializza la conferma di quel senso dell’illimitata quanto sfacciata libertà dei finlandesi che sa essere ruvidamente eccentrica. Questo sound dell’apocalisse racconta abitualmente di sesso, violenza, incubi, satanismo e la minaccia nucleare. Sono questi gli argomenti che diventano anatemi in questi tredici essenziali, feroci e sfrenati pezzi. Tutto ciò per descrivere un nuovo atto che non differisce dalle prove fornite in studio dalla band quanto meno negli ultimi venti anni. Si consideri che erano sette anni che gli Impaled Nazarene non pubblicavano un nuovo full length da studio. Fanno tre album negli ultimi undici anni. Tanta attesa non per avere qualcosa di nuovo, senz’altro per confermare il significato di quello che erano e sono ancora gli Impaled Nazarene.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10