(AOR Heaven) L’AOR seducente, lascivo, ricco di keys che emerge ascoltando “Heaven Or Hell” mai farebbe pensare che dietro le quinte si tratta di un progetto solista. Imperium è infatti il lavoro del batterista finlandese Mika Brushane, anche membro degli Strike ovvero un’altra band di metal melodico finlandese ben poco attiva (formatisi a metà anni 80, hanno all’attivo solo un disco del 2013). Ma Mika non è certamente rimasto fermo, visto che ha suonato batteria e percussioni in una ampia gamma di gruppi, toccando molti generi, dal jazz al metal, oltre che aver composto brani per varie band di altrettanti generi. Con “Heaven Or Hell” ha deciso di apporre la sua firma, la quale ha un sapore di tributo, sul libro di storia dell’hard rock melodico ed dell’AOR tipici degli anni ’80, rivelandosi un ottimo compositore e poli-strumentista. Mika comunque è al corrente del fatto che per definizione un buon album di questo genere deve per forza avere un vocalist coinvolgente… dopotutto sono i frontman e gli axeman che scrivono ed hanno scritto gli annali di questo genere musicale intramontabile, ed è per questa ragione che l’album ospita un manipolo di vocalist tutt’altro che scontato, i quali si aggiungono anche ad altri guests impegnati con la chitarra solista. In questo album cantano -tra gli altri- Robbie LaBlanc (Blanc Faces, East Temple Avenue, Cannonballz), Robban Ernlund (Treat) e Markku Kuikka (Status Minor, Agonizer, ex Kenziner). Alle chitarre fanno capolino, tra gli altri, l’italiano Stefano Lionetti dei Lionville, Erkka Korhonen (Dark Sarah, Raskasta Joulua) e Toni Huovinen (Sentiment). Con un paniere così vasto di musicisti, Mika è risuscito a mettere in piedi dieci brani brillanti, ricchi di assoli, con performance vocali intense, hook irresistibili, riff magnetici, divagazioni provocanti… ed una produzione praticamente perfetta, quest’ultima firmata da Mika Jussila (Nightwish, Children of bodom, Stratovarius, HIM…). Trasuda l’emozione ottantiana tipica di grandi come i classici Van Halen con “Love Won’t Let You Go” (cantata da LaBlanc), cosa che poi si conferma con la bellissima e pulsante title track (affidata a Kuikka). Molta poesia su “Road To Paradise“, più heavy e tagliente, nonostante le keys addolcenti, “Vision In A Dream”. Immancabile la power ballad “Higher Than The Sky”, con il vocalist freelance italiano Paolo Ribaldini. Stimolante e intensa “Invincible” (cantata da Ernlund), prima dell’affascinante conclusiva “Lost in yesterday”. Certo, l’album non inventa nulla di nuovo, ma è innegabile che bisogna andare un bel po’ indietro nel tempo per trovare tre quarti d’ora di musica così ben fatta, così ricca, così ben farcita di tecnica e gusto negli arrangiamenti.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10