(Revalve Records) In un mondo, quello dell’heavy metal dei generi classici, dove attualmente si fa la gara a chi suona più ‘retro’, a chi recupera di più le atmosfere del 1983 (per la NWOBHM), del 1984 (per l’heavy) o del 1991 (per il black), perché non potrebbero esserci delle band che tornano alle origini del power? Gli Imperivm sfornano un disco che rimanda quantomeno ai tempi d’oro dell’europower, quelli della seconda metà degli anni ’90; se ci aggiungiamo che i lombardi si dedicano a temi storici, e in particolare alle vicende dell’impero romano, per chi scrive si ricrea il mito dell’history o fantasy power metal di quell’epoca mai dimenticata… Nella opener “Time to fight”, dunque, tastiere, linee vocali (talora un po’ deboli), e refrain ci portano non tanto ai primi Gamma Ray, ma alle band scandinave (o a quelle ad esse ispirate) che andavano giù di clavicembalo e giri forse ingenui, ma sicuramente vincenti: per cui io ci sento molto più primi Dark Moor, Celesty e compagnia che altro. Dimensione folk più pronunciata per la quasi titletrack “In a holy War”, mentre ha un grande afflato epico “Fallen away”. Il power più antico e originario anima “3-Headed Monster”, che risuona di Athena, Arthemis, Crystallion, Beholder… solo per citare alcune delle mie formazioni preferite nel sottobosco di fine anni ’90 e inizio 2000. Per i toni allegri, “Sign of the Cross” ricorda molto i Drakkar, e con la conclusiva “Fear of Messiah” siamo praticamente dalle parti dei Freedom Call. Un disco non esente da qualche difetto, ma fresco, pimpante, allegro, positivo… in una parola, retropower!

(René Urkus) Voto: 7,5/10