(Vic Records) Doveva uscire nel 1992 questo album registrato in uno studio e poi mixato nell’antesignano dell’Abyss, ovvero il Rockshop con Peter Tägtgren. Purtroppo l’etichetta dichiarò fallimento e per conseguenza la band svedese si sciolse. Formatisi nel 1991 e con due demo tape all’attivo, gli Incardine furono creati dal cantante David Ahlberg e il chitarrista Fredrik Folkare che dopo la dissoluzione della band finirà in pianta stabile negli Unleashed, i due poi furono raggiunti da Daniel Wallner e dal batterista Jonas Tyskhagenev (con gli Unleashed dal vivo). Il demo “Moment of Connection” e “Demo II” sono del ‘92 e dunque considerando anche il debut album dalla sfortunata vicenda, la band nonostante la breve esistenza si era data da fare. Qualcuno ha ritrovato il master originale che manipolato da Fredrik Folkare negli studi Chrome di Stoccolma nel 2019, ha permesso alla fine a “Seeds of Doom” di essere infine pubblicato nel 2019 con la Bone Records, vestito da una copertina di Juanjo Castellano. Gli Incardine offrono una buona e pulita quanto potente prova di death metal che poi pian piano negli anni sarà il melodic death metal. Una fiumana di riff, cambi di ritmo e armonizzazioni che pescano dal thrash metal, vengono accelerate e diventano appunto un esempio perfetto del death metal più fruibile possibile pur assestandosi a quelle tipiche sonorità tenebrose che giustamente popolano il genere. Spiccano la ritmica di Folkare e le micidiali parti soliste di Daniel Wallner. L’ampio carico ‘condizionante’ del thrash metal rende la sequela di pezzi dinamici, vivaci, a tratti trascinanti. Se Wallner e Folkare sono un duo micidiale, Jonas Tyskhagen si distingue anch’esso per una tecnica diretta ma variopinta, coronata da rullate e stacchi piazzati in maniera giusta e dannatamente di estrazione thrash metal. La ristampa proposta dalla Vic vede come bonus track anche i pezzi dei due suddetti demo tape del 1992.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10