(War Arts Productions) Debutto in audiocassetta, già qui potremmo aprire una discussione da tesi di laurea. Da quello che si riesce a decifrare nei suoni, una serie di vetri rotti introduce ad una manciata di tracce marce e corrotte, concepite e probabilmente suonate interamente da un’unica persona. Il fatto che si capisca poco o nulla dei riff e degli accordi è compensato dall’atmosfera creata dal nastro, assolutamente credibile nel ricreare suoni ottantiani e primordiali. Certo, è una produzione di nicchia, come di fatto lo è il genere proposto e per questo non venderà molto e pochi avranno il piacere di ascoltare questo pattume in musica. Peccato, perché ormai nessuno fa più questo genere, quel black imbastardato di grind e punk, diretto e cristallino.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: s. v.