(Autoprodotto) Dicono di suonare thrash, ma mi sembra che nella loro musica ce ne sia davvero poco: gli svizzeri Infinitas, all’esordio dopo un ep del 2015, propongono una interessante miscela di generi (predomina largamente il folk) e un concept fantasy dai toni cupi e sognanti. La storia è raccontata nello splendido booklet (e devo fare i complimenti ai nostri anche per il package promozionale, davvero completo in tutti gli aspetti), e si fonda sulla distruzione da parte dei demoni della città di Lunatris: da qui il titolo in latino del platter. Nonostante un attacco black/folk tiratissimo, e l’approccio vocale al vetriolo di Andrea, “Alastor” si rivela poi melodica; di tutt’altra pasta “Labartu”, che dopo una intro folk di quasi tre minuti procede su un originale incrocio di generi (ci sono di nuovo passaggi blackened, un tocco di pagan, addirittura movimenti prog/avantgarde). “Aku Aku” è uno strumentale dal fascino scandinavo (ho pensato ai Neun Welten) mentre “Skylla” introduce nel sound il piano, con ottimi risultati. Aggressiva e multicolore “Morrigan”, fra gli scream occasionali ma pungenti di Andrea, l’intro folk e le improvvise accelerazioni. Convince anche la conclusiva “A new Hope”, stavolta folk puro dai toni eterei (ma c’è anche a sfuriata finale con la phanton track). Per chi ama le commistioni, un prodotto sicuramente interessante, che mi sento di premiare anche (ed è forse l’unico difetto del platter) in assenza di un bel brano diretto e compatto.

(René Urkus) Voto: 8/10