(Autoprodotto) Gli americani Invertia sono sempre stati controcorrente, anche all’interno di un movimento quello del black metal, che è sempre stato di fatto controcorrente. Da circa dieci anni hanno sempre prodotto dischi di qualità indiscutibile, in cui i vari generi e sottogeneri del metal si sono mischiati per formare un unicum difficilmente catalogabile e ripetibile. E a ben sette anni di distanza dal precedente e pregevole “The Biddings of Tyrants”, il trio confezione un disco che stravolge aggiunge e rielabora quanto proposto sinora, visto che in questo capitolo discografico, sono il black di stampo industriale e il doom aggressivo a farla da padroni. Otto tracce di musica compressa, oscura, sintetica, con una voce cavernosa, gli assoli centellinati, la batteria doomeggiante, dall’incedere marziale. Tutti gli elementi sopracitati, presi singolarmente, non sarebbero una novità; ma mischiati assieme diventano una miscela inedita, pesante, straniante e alienante, qualcosa di fresco nel panorama estremo, che spesso e volentieri manca nel panorama mondiale. Insomma, la pausa del trio è stata lunga, ma la classe non si scorda…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10