(AFM Records/Audioglobe) Quarto centro consecutivo per gli Iron Mask del guitar hero belga Dushan Petrossi: ancora una volta i nostri danno alle stampe un album di power metal vario e potente, che svetta fra le uscite di genere per un songwriting convincente a 360°. In più, dietro al microfono nella maggior parte dei brani troviamo quel Mark Boals di malmsteeniana memoria. Quasi ogni brano della tracklist spicca per qualche particolarità e si fa ricordare subito. Pesante e intricata la titletrack, posta alla posizione n.1: per il mood del brano, forse il ritornello è addirittura troppo melodico. “Feel the Fire” è invece una classica bordata di power con un giro neoclassico; davvero interessante il mid-tempo ultraepico “Gengis Khan”, che nell’intro e nell’outro utilizza strumenti tradizionali dell’estremo Oriente. “God punishes, I kill” è l’altro pezzo da novanta del disco, un altro pachiderma alla Judas Priest con cori incisivi e un riff che non si dimentica. “Blizzard of Doom” unisce velocità e neoclassicismi sparsi (nei solos e perfino nelle linee vocali), mentre è easy listening e quasi sbarazzina “The Absence”. Un po’ troppo pesante la ballatona “Magic Sky Requiem”, mentre è ottima “Nosferatu”, che mescola elementi estremi, canti di chiesa e un ritornello serratissimo. Una formazione incredibilmente vitale e coinvolgente rispetto alla media del genere. Disponibile anche in doppio vinile gatefold con una esclusiva bonustrack.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10