(Iron Rise Records) Conosco gli esordienti Iron Will, fondati addirittura nel 2000, attraverso una nota stampa molto singolare, che alterna passaggi quasi drammatici ad altri molto ironici, e che non so quanto rispecchi davvero la realtà dei fatti: sta di fatto che questa band del Massachusetts sarebbe il coronamento del sogno del suo singer, Tony Canillas, introdotto al mondo dell’heavy metal dal padre scomparso prematuramente. Nonostante tutta una serie di avversità meticolosamente elencate, Tony non avrebbe mai mollato e, finalmente, sarebbe riuscito a dare alle stampe questo debut di us metal molto ortodosso. Massimo rispetto per la tenacia di questo cantante, ma due cose mi colpiscono subito, e purtroppo non positivamente: la  produzione è davvero scarna (ma c’è a chi piace sentire classic heavy metal così), e ahimè è proprio la sua performance a condizionare la riuscita complessiva… tuttavia, non tutto quello che fanno gli Iron Will è da buttare. La opener “Conquer on” interseca speed ed heavy metal degli eighties; martellante (al netto del buon break) “Nemesis”, mentre la canzone migliore del lotto è “Darkness falls fast”, basata su un riff davvero notevole. I cori maideniani alla fine di “Rising” sono però un po’ scontati; si riscatta “The Wolf”, che propone patter epici e molto NWOBHM. L’altalena continua: la parentesi pianistica e d’atmosfera di “The Dream” mal si coniuga al resto del platter; l’inno finale “The Iron Will” è invece degno di Angel Witch e act analoghi. Non me la sento di bocciare gli sforzi di Tony… però ecco, non è che qui ci siano i nuovi Judas Priest.

(René Urkus) Voto: 6,5/10