copISLAY(Final Gate Records) Nel recensire parto sempre dalla cover. Immaginate quindi il mio stupore quando, vista la copertina e ascoltato la prima traccia, ho realizzato che non ero di fronte al nuovo album dei Cathedral… Scherzi a parte, gli Islay propongono un genere che forse è agli antipodi del Doom inglese di Dorian e compagni, ossia un Death spedito e diretto, dove lo spazio per la melodia è relegato in un angolo recondito della mente dell’ascoltatore più fantasioso. Non so perché la voce mi ricorda, almeno nelle parti non gutturali, quella degli Impaled Nazarene, ma le somiglianze col gruppo finiscono lì. Death dicevamo… Purtroppo non so aggiungere altro aggettivo perché sinceramente non ci sono molti elementi di originalità nella proposta musicale del combo: la batteria si adagia su tempi e controtempi già sentiti, la voce non è delle più entusiasmanti e di certo la chitarra non si spreca in riff così inediti. Insomma un gruppo che pur non somigliando palesemente a nessun altro non riesce contemporaneamente a essere se stesso al 100%…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 6,5/10