(Soulseller Records) La collaborazione tra Rogga Johansson e Paul Speckmann nacque attraverso una canzone dei Megascavenger (era “No Haven for the Sane” del 2012 dall’album “Descent of Yuggoth”), una delle decine di band e progetti nei quali Johansson milita. Da allora cinque album insieme per i due dal 2013 al 2020. Sette anni di interazioni tra i due ‘illuminati’ che hanno prodotto qualcosa di certamente interessante, a volte travolgente, ma affatto innovativo e certamente di carattere e con stile. Il tocco e la disciplina dello swedish death metal sound e quello dell’autorevole e robusto death metal statunitense (Speckmann è dei Master, ex Abomination ecc.) della prima ora, si fondono in questa collaborazione. Speckmann canta, Johansson suona chitarre e basso, mentre il batterista è Brynjar Helgetun (tempista per Massacre, The Grotesquery e tantissimi altri). Album fatto con pezzi spediti, con progressioni tra melodie oscure e appena un po’ epiche dai toni scandinavi, non da meno con qualche buona reminiscenza dei Bolt Thrower. Nonostante tutto l’album sembra suonare diverso dai precedenti. C’è più cattiveria, più irruenza e soprattutto anche grazie a uno stampo ritmico tellurico. Del resto lo stesso Johansson ha dichiarato che “The Germs Of Circumstance” è più veloce, duro e aggressivo che in passato. L’intenzione è stata concretamente quella di suonare in maniera rude. Se l’intenzione era questa, effettivamente c’è della ‘sporcatura’ in più rispetto agli standard svedesi. Insomma c’è qualcosa di ‘verace’ nei pezzi che sono otto e non arrivano neppure a 27′. Insomma, Paul, Rogga e Brynjar caricano a testa bassa, scandendo ogni cosa sulle dinamiche del death metal prima maniera. Con tutto il rispetto verso i lavori passati, ma “The Germs Of Circumstance è il fiore all’occhiello di codeste eminenti figure del genere.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10