(Steamhammer / SPV) E gli Steel Panther…muti! Era ovvio, era scontato, me l’aspettavo! In mezzo a tanti gruppi ispirati al sound intramontabile degli anni ’80, sicuramente gli Steel Panther sono un caso unico, considerata la loro estrema e dissacrante ironia. Tuttavia mi sembrava strano che nessuno provasse ad avvicinarsi a questa idea di proporre della musica ed uno spettacolo collocati tra il revival ed il nostalgico, tra l’abbraccio di un genere vintage specifico e quel velo di ironia, più o meno pesante, più o meno esplicita, la quale può rendere il divertimento un assoluto sballo. John Diva è un artista tedesco che naviga nel background della scena hard rock da tanto tempo: ha fatto il coach, il manager e sembra abbia pure collaborato al songwriting per brani di bands quali Bon Jovi, Aerosmith, Van Halen, Def Leppard, Scorpions e Guns ‘n’ Roses. Dopo decenni di lavoro dietro le quinte ha semplicemente deciso di divertirsi, mettere in piedi una band, prima suonando delle cover per poi evolvere il processo creativo e pubblicare questa perla di glam rock pieno di ironia, di energia, di spensieratezza, intitolata “Mama Said Rock Is Dead”. Dopo “Whiplash”, l’opener aggressiva ma melodica, è la provocante e dominante “Lolita” a descrivere chiaramente i canoni di questa band coinvolgente ed esaltante: riffing poderoso, cantato perfetto, coretti geniali, tematica classica in pieno stile groupies e anni ’80! Un inno per tutti gli amanti del genere, un brano azzeccato accompagnato da un video che strizza l’occhio con molta ironia agli highlights dell’epoca, con una divertente parodia di simboli ed impostazioni tipiche dei tempi d’oro. Immancabile e favoloso tocco southern con la polverosa “Rock N’ Roll Heaven”. Ritmi sostenuti, autostrada da percorrere con l’acceleratore a tavoletta ed il volume a palla con “Wild Life”. Scuola Bon Jovi del periodo cotonato con “Blinded”, università dei Def Leppard con “Dance Dirty”, senza dimenticare l’obbligatoria street ballad, “Just a Night Away” pensata e concepita per dissolvere l’abbigliamento intimo femminile. Intensa e coinvolgente “Fire Eyes”, scazzata e sicuramente whiskey-oriented la pulsante “Get It On”. Il rock’n’ roll è tutt’altro che morto con “Long Legs”, capolavoro di ritmica e ritornello con la favolosa “Toxic”, prima della conclusiva ed auto-celebrativa “Rocket Of Love”. John Diva non imita gli artisti che vede alla TV, in quanto ha una esperienza professionale che lo porta a sapere in anticipo cosa bisogna fare per catturare il pubblico quando si sta dietro ad un microfono, su un palco o rinchiusi dentro uno studio di registrazione. Album dalla produzione micidiale, con brani irresistibili, catchy, potenti e dannatamente ben suonati. Mamma ha detto che il rock è morto? Davvero? Secondo me Mamma non ha capito un cazzo! Vi mancano gli anni ’80? Vi manca la sunset strip? Vi mancano quelle groupies biondissime con il seno provocante mezze nude a fianco di quei brutti ceffi alcolizzati, capelloni e completamente tatuati? Fine dell’attesa; John Diva & The Rockets of Love: la soluzione di tutti i vostri problemi!

(Luca Zakk) Voto: 9/10