
(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Siamo devotamente legati a questa band francese. Abbiamo scritto del loro debutto “Éclosion”, poi di “Tensions“ e pure di “Dissolution”, uscito l’anno scorso. E ora, con un’intensa produttività, ecco un altro disco, il quarto, questo “Résonances”, che conferma ulteriormente la creatività della band… anzi di Spellbound (Aorlhac), l’unica mente iper-produttiva dietro al moniker. Il nuovo lavoro è forse meno ricercato, meno misterioso, meno complesso, tutto a favore di un black metal più scatenato, più libertino, più furibondo. Più melodico, più drammatico, ma indiscutibilmente più violento: subito tuonante ma anche contorta “La Frontière Entre Nous Et Le Néant”. Introspettiva la lunghissima “Une Splendeur Devenue Terne”, ricca di tecnica “L’essentialité Du Frisson”. La melodia di “Incommensurable (Chanson Pour Aldérica Ii)” è irresistibile, la progressione di “Mouvement Ostentatoire Rémanent Totalitaire” mostra maturità, proprio come l’ottima “Viens Avec Moi”. Intima e atmosferica la conclusiva “10-11-2021”. Il percorso di Jours Pâles continua, si fa più intricato, si fa più contorto: resta una percezione del groove favolosa, quasi come se il mastermind volesse cucirti addosso la canzone che più ti piace. Un altro capitolo, un altro album di purissimo black francese: come non amarli?
(Luca Zakk) Voto: 8/10




