KXP_III_part1_PROMO_Cover_240x120mm.indd(Svart Records ) Diavolo, adoro la Svart Records. Mi sottopone cose assurde, ai confini di tutto. Cose che -di solito- mi fanno impazzire. Come questi K-X-P che esistono da almeno 10 anni, sono finlandesi, ma io li ho sempre ignorati (mai sentiti?) in quanto… NON FANNO METAL. Zero. Anzi… siamo più su un ambientale techno pop, tanto che loro si definiscono “Original-Electronic-Motorhead-Space-Trance-Spiritual-Rock-Meditation-FreeJazz-Godz”, qualsiasi cosa questo possa significare. O meno. Cose estreme, fatte in modo estremo da menti estreme: non a caso qui dentro ci milita pure Tomi Leppänen (Circle, Aktor, Pharaoh Overlord)… quando c’è, visto che le tre lettere del nome sono le iniziali del vocalist Timo Kaukolampi, del bassista Tuomo Puranen e del batterista, l’elemento misterioso (‘X’ appunto…) quello non costante, quello che cambia o può cambiare. In questo album c’è un palese space rock elettronico, fortemente kraut, noise, techno e pop. Praticamente i Vangelis senza limiti e sotto un pesante abuso di droghe. Oltre a due EP, questo è il loro terzo album (dopo l’omonimo del 2010 e “II” del 2012). Questo terzo (ma è la parte 1, sia chiaro… beh, chiaro proprio non è) è una cosa assurda, elettrizzante, spaziale. Non ho idea se i lavori precedenti siano in linea con questa release, non li conosco (considerando che, sembra, sono molti imprevedibili) ma semplicemente valutando la line up è chiaro che le cose non sono affatto normali. Sono più o meno un trio (lo dice il moniker) ma a volte sono quattro. Ho visto foto on stage con i DUE batteristi contemporaneamente. Aggiungiamo che non sono nemmeno sicuro ci sia, ufficialmente, una chitarra. Con questa dichiarazione, forse, molti di voi straccerebbero la presente se fosse su carta stampata, ma per quelli tengono duro, hanno gusti deviati come il sottoscritto o semplicemente vantano una (sana) curiosità perversa, sappiate che questi 42 minuti vi trivelleranno il cervello. Metteranno in discussione i vostri credo. Il vostro io. Vi faranno muovere, vibrare, pulsare mentre la vostra mente sarà persa in scenari assurdi, dipinti da pezzi come la tribal-ambient “Psychic Hybernation” (titolo azzeccato al 100%) e la ottantiana (per le linee vocali) “Space Precious Time”, una traccia che sembra (è?) la colonna sonora di qualche leggendario film di fantascienza sempre degli anni ’80, incrociato con il pop misterioso dell’epoca in un formato pensato per una serie TV mitica come Knight Rider, Manimal o Street Hawk. “Ra” è pulsazione techno, il non metal (tanto loro sono definiti la non-band). Altri trip ottantiani con “Obsolete And Beyond” (stupende le linee vocali senza tempo) e la digitalissima “Descend To Eternal”. Fantastico. Superbo. Sconvolgente. Un caleidoscopio di suoni moderni ed antichi, futuristici ed ancestrali. Suoni profondi, dark, paranoici e sballati. Un solo consiglio: da ascoltare di notte. In cuffia. Da soli. Abusando di qualche sostanza che annebbi la mente. Il volume, ovviamente, al massimo.

(Luca Zakk) Voto: 9/10