(Inverse Records) Questi finlandesi sono davvero molto prolifici, arrivando in meno di un lustro alla loro quarta uscita, senza contare le varie collaborazioni e gli innumerevoli singoli. I Kaamos Warriors fanno black, un black piuttosto veloce e marziale nel suo incedere, con un cantato che somiglia ad una via di mezzo tra i Carpatian Forest e gli Immortal, dove la batteria non vuole proprio saperne di smetterla con il blast beat e le chitarre non accennano al minimo segno di melodia. Un black che a mio avviso poteva avere il suo senso negli anni ’90, ma che adesso rischia seriamente di uscire sconfitto nel confronto proprio con quel metal, quello che negli anni’90 costituiva un nuovo genere musicale. Per stupire oggi, nel 2022, con del black bisogna davvero puntare sulla freschezza compositiva o scegliere di omaggiare i grandi del passato e crogiolarsi nella continuazione pedissequa del verbo. I finlandesi qui recensiti sembrano aver scelto questa seconda strada, con un album onesto e ‘nei ranghi’, dove si trova esattamente ciò che ci si aspetta, nulla di più, nulla di meno.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 7/10