copkarmazero(Ultimahte Records) L’opener e title track di questo album ha un impatto thrash/metalcore, le seguenti “Next Time” e “No Answers” si spostano invece nettamente verso il versante metalcore, forse la vera dimensione dei francesi Karma Zero. “Death Inside” propone un risvolto maggiormente thrash in diversi punti del riffing, oltre al richiamo verso alcune soluzioni melodic death metal (come “Modern Slowery”). I Karma Zero inseriscono nelle proprie canzoni una musicalità dominante e che non viene mai accantonata a favore di breakdown o passaggi muscolari, oltretutto questa non si riduce ai soliti ritornelli catchy e fatti di clean vocal. “Frozen Angel” propone una struttura articolata, un incipit andante, un riffing pregno di groove e una melodia generale fuori dal comune, rispetto al clima dei pezzi. Insolita è anche “Mirage”, una specie di (falsa) ballad. Nonostante “Hidden Law” parta con un arpeggio sottile e un andare della batteria in solitaria, il brano monta poi un muro sonoro possente e che sembra qualcosa a metà tra Pantera e Neurosis. “Snake” e “Ghost” sono altri due momenti energici e fatti di una sommatoria di chitarre e batteria che erigono montagne, pur con venature di melodia. “Architecture of a Lie” è un album che definire solo metalcore sarebbe riduttivo, per via di un continuo inserimento del thrash, con groove o derive melodic death metal che potenziano i pezzi, eppure la ricerca della melodia e di trame che raccontino note catchy, evocative o frubili che siano, permettono di recepire bene questo lavoro e di non valutarlo come del solito metalcore.

(Alberto Vitale) Voto. 7/10